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Dispositivi medici, l’allarme di Pmi Sanità: “4mila imprese a rischio default con maxi tassa”

La normativa sul 'payback', spiega il presidente Gennaro Broya De Lucia, impone alle aziende private di contribuire a sanare lo sforamento del tetto di spesa sanitaria delle Regioni. Ma rischia di portare al collasso il comparto

19 Settembre 2024

L’allarme di Pmi Sanità, l’associazione che riunisce quasi 200 aziende italiane, piccole e medie imprese, fornitrici di dispositivi medici e che supportano la sanità: “In Italia, a causa di una norma che prevede una maxi tassa, sono a rischio 4mila imprese che forniscono agli ospedali e alle strutture sanitarie dalle garze alle siringhe alle valvole cardiache, allo stent coronarico, alla protesi del femore. Tutti dispositivi indispensabili per curare le persone. Per 2mila di queste aziende la tassa denominata ‘payback’ è una vera condanna al fallimento. In gioco c’è il futuro di 4-5 mila piccole medie imprese del settore dei dispositivi medici e la sostenibilità del Sistema Sanitario Nazionale che, se non si agisce immediatamente, andrà incontro al collasso. Abbiamo solo due mesi di tempo per evitare questa catastrofe”. Più di un’allerta o un Sos, è un vero e proprio allarme tsunami, lanciato in un’intervista a LaPresse da Gennaro Broya de Lucia, presidente di Pmi Sanità. A mettere in pericolo, oltre a quasi 200mila posti di lavoro, anche la salute dei cittadini, è il sistema di tassazione ‘payback’ in base al quale le aziende private del settore che fornisce i dispositivi medici – cosa ben diversa dalle apparecchiature – sono chiamate a sanare lo sforamento del tetto fissato dallo Stato sulla spesa sanitaria regionale, con una tassa pari al 50% dell’intero importo dichiarato dalle Regioni. “Una cifra folle, pari a 6 miliardi, della quale i fornitori non avevano contezza preventiva, né controllo.- sottolinea Broya de Lucia.- La somma totale viene ripartita per singole aziende, sulla base del fatturato e non dell’utile. E così, in alcuni casi, il payback va a pesare sull’80-90% e anche 100% del valore del fatturato. Ci sono aziende che fatturano 5 milioni l’anno e devono pagare 4 milioni di payback, fino a situazioni in cui vengono richiesti più soldi di quanto è stato guadagnato e dell’intero stato patrimoniale”. Per questo Pmi Sanità torna a chiedere al governo con estrema urgenza di introdurre una franchigia per il periodo 2015-2018, per evitare una crisi emergenziale, mitigando l’impatto “devastante” della tassa. “Dal 2019 in avanti la soluzione contro il collasso è che il tetto di spesa delle Regioni sia portato al 7,3% dall’attuale 4,4%“, aggiunge Broya De Lucia. “Il payback non è una semplice tassa – sottolinea – ma un’imposizione insostenibile applicata col taglione su forniture effettuate dal 2015 al 2023: a 4-5mila aziende è stato chiesto di pagare 6 miliardi su questi 8 anni”. Insomma, “la maledizione payback fa apparire nuovi debiti e ruba il credito delle aziende per trasferirlo alle regioni“, è la sintesi. https://www.lapresse.it/economia/2024/09/19/dispositivi-sanitari-lallarme-di-pmi-sanita-4mila-imprese-a-rischio-default-con-maxi-tassa/

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