Nell’ambito del progetto “Conoscenza e lettura del territorio”, la classe 5a di Riccione Ovest dell’IC Zavalloni di Riccione, accompagnati dagli insegnanti Sabrina Soldati, Francesca Mauri, Michele Lisi e Claudia Ornelli, è partita da Badia Prataglia e, attraversando una faggeta, è arrivata sotto ad un’improvvisa nevicata, all’Eremo di Camaldoli: “Di mille abeti mille volte cinta”.

“Abbiamo incontrato Padre Zeno che ha spiegato ai bambini attenti e silenziosi come lo sono i monaci, le tre regole principali di San Romualdo: tacere, digiunare e vivere in cella. Abbiamo visitato la cella del fondatore dell’Eremo, la chiesa barocca, la “Porta bella” (Speciosa) con l’albero cavo e il teschio, simbolo della morte e l’uovo e il giovane albero, simbolo della vita.

A piedi, con un tempo da lupi, abbiamo imboccato il sentiero che porta alla Fonte della Duchessa poi al rifugio Cotozzo infine a Camaldoli Hospitium. Per tutta la durata del percorso, grazie alle competenze del nostro esperto naturalista Giampiero Semeraro, abbiamo imparato le differenze tra acqua potabile e acqua bevibile, l’importanza della faggiola, i licheni come indicatori biologici della qualità dell’aria, l’abete bianco come simbolo della Foresta di Camaldoli, osservate due femmine di cinghiale con la rispettiva prole, abbiamo imparato come si fa a conoscere l’età degli alberi senza necessariamente doverli tagliare, ci siamo resi conto di come un albero morto possa essere fonte di vita per altre piante.
Abbiamo Pranzato all’interno del rifugio mentre fuori nevicava come fossimo in alta montagna! Lungo una ripida discesa siamo arrivati al Monastero di Camaldoli dove siamo stati accolti da Padre Ugo Fossa, già Priore del Monastero, che in una sala prestigiosa ci ha raccontato la storia di Romualdo, del monaco e della foresta, delle opere contenute nell’antica biblioteca (gli incunaboli) e della vita quotidiana e delle regole del Monastero e dell’Eremo.
Dopo la visita alla chiesa con i quadri del Vasari, Padre Ugo Fossa ci ha fatto da Cicerone dell’Antica Farmacia illustrandoci gli strumenti, i ricettari e quant’altro veniva utilizzato dai monaci per curare ferite e malattie.
 Da questa splendida giornata (non per le condizioni meteorologiche) noi maestri ci siamo entusiasmati nel osservare l’interesse e la curiosità dimostrati da tutti i bambini. A testimonianza, se mai ce ne fosse bisogno, che questo tipo di uscite didattiche, se affrontate nella giusta maniera, valorizzano e motivano il loro desiderio di conoscenza.
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